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Prevenzione del tumore del colon-retto: la colonscopia come unica e vera alleata
15 Dic 2020 Scritto da Ospedale San RaffaeleNel corso degli ultimi anni si è assistito a un aumento delle diagnosi di tumori del colon-retto, e allo stesso tempo di una diminuzione della mortalità, grazie alle campagne di screening e al miglioramento delle terapie. Sebbene non tutti i polipi si trasformino in tumori, tutte le neoplasie iniziano come polipi, è importante quindi sottoporsi alla colonscopia: un esame diagnostico invasivo che permette, in tempi brevi di esaminare direttamente la superficie intestinale e sue eventuali alterazioni. Grazie al Dott. Giorgio Bruno, Medico Chirurgo, specialista in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva presso il Poliambulatorio San Raffaele Termini e l’IRCCS San Raffaele Pisana di Roma, ne comprendiamo meglio il valore e l’utilizzo preventivo.
Cosa si intende per polipi intestinali?
“Si tratta di escrescenze della mucosa del colon o del retto considerati precursori dei tumori dell’apparato digerente. Possiamo paragonarli ad alberi, come spiego solitamente ai pazienti, che un giorno non ci sono e il giorno dopo compaiono improvvisamente: si tratta di semi che iniziano ad essere visibili, endoscopicamente, a partire dai 2 millimetri e che pian piano, in modo molto lento, crescono fino a diventare delle neoplasie del colon.”
EDITING DEL GENOMA: TRATTATO AL BAMBINO GESÙ IL PRIMO PAZIENTE ITALIANO, AFFETTO DA TALASSEMIA
09 Dic 2020 Scritto da Ospedale Pediatrico Bambino Gesù
I promettenti risultati della sperimentazione internazionale con il sistema CRISPR-CAS9 presentati al Congresso annuale della Società Americana di Ematologia (ASH).
L’editing del genoma per correggere la talassemia. È stato trattato con questa tecnica innovativa all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù il primo paziente italiano, un giovane adulto affetto da anemia mediterranea. Il caso clinico si inserisce all’interno di una sperimentazione internazionale promossa da Vertex Pharmaceuticals e Crispr Therapeutics i cui primi promettenti risultati sono stati presentati al 62° Congresso della Società Americana di Ematologia (ASH), l’appuntamento annuale che raccoglie i contributi scientifici più qualificati al mondo nell’ambito delle malattie del sangue.
L’EDITING DEL GENOMA
L’editing del genoma con il sistema CRISPR-Cas9 è una tecnologia innovativa che funziona come un “correttore” del DNA ad altissima precisione. Il metodo si basa sull’impiego della proteina Cas9, una sorta di forbice molecolare che viene programmata per tagliare o modificare specifiche sequenze del DNA di una cellula, potendo così portare alla correzione di varie malattie. CRISPR-Cas9 è un complesso di molecole biologiche formato da frammenti di RNA (acido ribonucleico) e da proteine: il segmento di RNA è la bussola che indica il bersaglio da colpire, la proteina Cas9 esegue il taglio o la modifica. Le cellule prelevate dalla persona malata vengono “corrette” in laboratorio con questo approccio, poi vengono infuse nell’organismo dove si riproducono al posto di quelle difettose.
LA SPERIMENTAZIONE INTERNAZIONALE
Nel 2019, Vertex Pharmaceuticals e Crispr Therapeutics hanno avviato due trial clinici internazionali per la cura di giovani adulti inizialmente e poi di adolescenti affetti da talassemia e da anemia falciforme attraverso la tecnica di editing del genoma con CRISPR-Cas9. La sperimentazione, in corso di svolgimento, coinvolge l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e altri 13 Centri statunitensi, canadesi ed europei per la selezione dei pazienti, la raccolta delle cellule da “editare” e la somministrazione del trattamento. Nei trial verranno arruolati 45 giovani con talassemia e 45 con anemia falciforme. Il Bambino Gesù è l’unico ospedale italiano coinvolto nella sperimentazione, il cui comitato scientifico internazionale è coordinato dal prof. Franco Locatelli, direttore del Dipartimento di Oncoematologia e Terapia Cellulare e Genica.
La cataratta legata all'invecchiamento è nota come cataratta senile e si presenta solitamente dopo i 60-65 anni d'età. La cataratta senile può presentarsi in un solo occhio o in entrambi gli occhi e svilupparsi con una velocità molto variabile tra i due occhi e da individuo a individuo. In genere, contrariamente ad altri tipi di cataratta, la cataratta senile avanza piuttosto gradualmente nel corso degli anni ma la velocità della sua evoluzione non è esattamente prevedibile. È bene ricordare che la cataratta non è una malattia trasmissibile da un occhio all'altro né da una persona all'altra. Non esistono rimedi farmacologici, colliri, esercizi oculari o lenti che possano rallentare, bloccare o far regredire il processo di perdita di trasparenza del cristallino; è però vero che proteggere gli occhi dai raggi UV indossando regolarmente, fin da giovani, occhiali da sole o lenti filtrate clip-on può aiutare a prevenire o a ritardare il processo che porta alla formazione della cataratta in età più avanzata.
Nuova luce sulla divisione cellulare nei tumori
04 Dic 2020 Scritto da Istituto di biologia e patologia molecolari (Cnr-Ibpm), Istituto europeo di oncologia (IEO)Figura: orientamento del fuso mitotico in una cellula normale o in presenza di livelli alterati di Aurora-A o TPX2. Da “Polverino et al., 2020, Current Biology”. Created with BioRender.com.
Uno studio condotto dall' Istituto di biologia e patologia molecolari del Cnr e dall' Istituto europeo di oncologia approfondisce il coinvolgimento nel processo di iperproliferazione e disorganizzazione cellulare di due proteine presenti a livelli elevati nei tumori, la chinasi Aurora-A e il suo attivatore TPX2. Lo studio è pubblicato sulla rivista Current Biology.
La direzione della divisione di una cellula determina la posizione delle due cellule figlie, contribuendo a definirne il destino verso la proliferazione o il differenziamento. Il controllo dell’orientamento della divisione cellulare è quindi fondamentale nei processi di sviluppo, nell’organizzazione dei tessuti e nella loro omeostasi. Uno studio pubblicato sulla rivista Current Biology dai gruppi di ricerca diretti da Giulia Guarguaglini dell’Istituto di biologia e patologia molecolari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibpm) di Roma e Marina Mapelli dell’Istituto europeo di oncologia (IEO) di Milano, descrive e chiarisce il coinvolgimento in tale processo di due proteine, la chinasi Aurora-A e il suo attivatore TPX2, spesso presenti a livelli elevati nei tumori.
SARS-CoV-2, come prevenire il contagio indoor
02 Dic 2020 Scritto da Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr, Leibniz Institute for tropospheric research (Germany), CSIR-National Physical Laboratory (India), 2B Technologies- Boulder (Usa)Mantenere il giusto grado di umidità e un adeguato ricambio d’aria evita la propagazione del virus negli ambienti al chiuso, specialmente dove il rischio è più alto, come ospedali e studi medici. Lo conferma uno studio internazionale condotto, tra gli altri, da ricercatori Cnr-Isac e pubblicato sull’International Journal of Environmental Research and Public Health.
È risaputo che il Sars-Cov-2 non si trasmette solo per contatto diretto, ma può diffondersi attraverso l’aria tramite “droplet”, le goccioline di saliva nebulizzata. “Sebbene il virus, di per sè, abbia dimensioni dell’ordine di un centinaio di nanometri (il diametro di un capello è di 50.000-180.000 nanometri), è verificato che una persona infetta, attraverso la respirazione, la vocalizzazione, la tosse, gli starnuti, può emettere un aerosol contenente potenzialmente il SARS-CoV-2”, spiega Francesca Costabile, ricercatrice dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac).
Uno studio pubblicato sull’International Journal of Environmental Research and Public Health da Cnr-Isac, in collaborazione con il tedesco Leibniz Institute for Tropospheric Research, il CSIR-National Physical Laboratory indiano e il 2B Technologies- Boulder (USA), suggerisce opportune strategie di prevenzione e mitigazione del rischio di trasmissione aerea del virus.
Scoperto il meccanismo con cui la mutazione del gene ETNK1 causa la leucemia mieloide cronica atipica
27 Nov 2020 Scritto da Redazione
Una nuova scoperta – effettuata da un team italiano coordinato dai professori Rocco Piazza, professore associato di Ematologia presso la facoltà di Medicina dell’Università di Milano-Bicocca, Carlo Gambacorti-Passerini, professore ordinario di Ematologia presso la stessa facoltà direttore del reparto di Ematologia dell’ospedale San Gerardo – fornisce un contributo importante alla comprensione della patogenesi della Leucemia Mieloide Cronica Atipica (LMCa) e potrebbe nel futuro cambiare il destino dei pazienti affetti da questa malattia. I risultati di questo lavoro di ricerca, condotto sotto il patrocinio della Fondazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) e dell’Associazione “Antonio Castelnuovo”, sono stati pubblicato sull’autorevole rivista “Nature Communications”. L’8 dicembre, inoltre, lo studio sarà presentato dalla dottoressa Diletta Fontana, ricercatrice presso l’Università di Milano-Bicocca e primo autore della pubblicazione, al congresso della Società Americana di Ematologia in sessione plenaria, dove è stato selezionato, insieme ad altri 5 lavori scientifici provenienti da tutto il mondo, nella prestigiosa categoria dei “Late-breaking abstracts”.
Piccoli RNA, grandi speranze: scoperta una nuova molecola per rallentare la crescita tumorale dei linfomi aggressivi
27 Nov 2020 Scritto da Redazione
Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Clinical Cancer Research, risultato della collaborazione tra il Dipartimento di Medicina Sperimentale e la Harvard Medical School, ha individuato una molecola in grado di rallentare la crescita tumorale dei linfomi. Il test clinico del farmaco, sviluppato con la casa farmaceutica statunitense miRagen Therapeutics, sta entrando nella seconda fase della sperimentazione
Un team di ricerca internazionale ha dimostrato che l’uso di un farmaco ad azione anti-miRna-155 rallenta in modo importante la crescita tumorale sia in vitro che in vivo nei linfomi più aggressivi. Lo studio è il risultato della collaborazione tra il gruppo del Dipartimento di Medicina sperimentale della Sapienza (Eleni Anastasiadou, primo autore dello studio, Cinzia Marchese e Pankaj Trivedi) e la Harvard Medical School ed è stato appena pubblicato sulla rivista Clinical Cancer Research.
Alla base della scoperta c’è la possibilità per i ricercatori di spegnere a scelta un gene specifico, come un oncogene oppure un oncomiRna, il motore responsabile della proliferazione delle cellule tumorali. I microRNA (miRNA) sono piccole molecole di RNA che, sebbene non codifichino per nessuna proteina, hanno un ruolo fondamentale nella regolazione di processi biologici fondamentali come sviluppo, differenziazione, proliferazione e morte cellulare. Di queste molecole ne esiste un tipo, i miRna oncogenici, in grado di spegnere i geni che ci proteggono dal cancro. Altamente espressi nelle cellule tumorali, questi miRna sono un bersaglio importante delle nuove terapie contro il cancro.
Federico II: bimbo di sei anni venezuelano guarisce dall’epatite C con un farmaco innovativo durante il lockdown
25 Nov 2020 Scritto da Azienda Ospedaliera Universitaria "Federico II"
Vincente il lavoro di equipe e l’efficacia del percorso terapeutico
Solare con occhi scurissimi, apparentemente timido ma in realtà affettuoso e cordiale con tutti. Questo è il piccolo Alejandro (nome di fantasia per tutelarne la privacy), ha solo 6 anni e viene dal Venezuela. Arriva a Napoli con la sua famiglia due anni fa, in cerca di una speranza. Nel suo Paese ha ricevuto una diagnosi di leucemia linfoblastica acuta, un tumore del sangue a progressione rapida. Il piccolo è subito affidato alle cure degli ematologi dell’Ospedale Santobono-Pausilipon che propongono, come strategia per sconfiggere la malattia leucemica
recidivante, un trapianto di cellule staminali. Ma a rendere difficile l’avvio del programma terapeutico è la presenza di un’infezione da virus dell’Epatite C, contratta dal piccolo durante le cure effettuate per debellare la leucemia. Questa infezione, infatti, rischia di compromettere severamente il fegato nell’immediato periodo pre- e post-trapianto di cellule staminali.
Adriana Albini tra le cento donne più influenti al mondo
24 Nov 2020 Scritto da Università di Milano BicoccaLa docente di Patologia generale all'Università di Milano-Bicocca è l'unica italiana inserita dalla Bbc nell'elenco di coloro che stanno guidando il cambiamento
La professoressa Adriana Albini è tra le cento donne più influenti al mondo in questo 2020. La docente di Patologia generale all'Università di Milano-Bicocca e direttore del Laboratorio di Biologia Vascolare dell'IRCCS MultiMedica, nonché direttore scientifico della Fondazione MultiMedica onlus, è l'unica italiana inserita nell'elenco – stilato dalla Bbc – di coloro che stanno guidando il cambiamento in un anno sconvolto dalla pandemia. L'emittente britannica rimarca come la Albini sia la prima italiana eletta nel Board of Directors dell'American Association for Cancer Research, una delle più antiche e prestigiose associazioni oncologiche mondiali. Come presidente del Top Italian Women Scientists, il club delle scienziate italiane più citate in campo biomedico voluto della Fondazione Onda, è attiva nella promozione dell'impegno delle ricercatrici.
Sposata e madre di due figli, Adriana Albini è anche una campionessa di scherma Master: nel 2018 ha conquistato la medaglia di bronzo di spada ai Campionati del mondo per veterani 2018 e l'argento al Campionato Europeo del 2015.
La cataratta è una patologia oculare caratterizzata dall'opacizzazione del cristallino, essa è solitamente una condizione correlata all'invecchiamento, ma può insorgere a qualsiasi età a seguito all'utilizzo prolungato di cortisonici e in questo caso si parla di cataratta da cortisone.
I cortisonici appartengono al grande gruppo di composti chimici chiamati composti steroidei, o più semplicemente steroidi, presenti sia negli animali che nei vegetali, dove rivestono funzioni biologiche di fondamentale importanza. Il cortisonico più comune in natura è il cortisolo (o idrocortisone), da cui derivano il cortisone e il corticosterone. I cortisonici sono potenti agenti antinfiammatori e immunosoppressivi, sono i farmaci d'elezione per contrastare le infiammazioni gravi (ad es. nel caso dell'artrosi reumatoide) e per inibire le reazioni di rigetto nei pazienti che hanno subito un trapianto d'organo.
Inoltre, essi rappresentano dei veri e propri salvavita in diverse situazioni, come ad esempio nel caso dello shock anafilattico o dell'asma bronchiale.