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A hurricane's fury can be relentless, from frightening winds, to torrential rains and flooding. These storms also create enormous ocean waves that are hazardous to ships. And through storm surges of up to 30 feet the storms can demolish shoreline structures, erode beaches and wash out coastal roads.

As part of its activities to better understand Earth’s dynamic climate, NASA research is helping to increase knowledge about the behavior of hurricane waves. The NASA Scanning Radar Altimeter (SRA), designed to take measurements of the changing wave height and structure in and around hurricanes, flew through many storms on a National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) WP-3D aircraft from 1998-2005. It captured unprecedented details on wave behavior that are helping improve sea height forecasts. Strong storms like Hurricane Bonnie in August 1998 - the first to be monitored by SRA - were found to produce severe ocean waves and dramatic changes in wave height and complexity over small distances.

Pubblicato in Scienceonline

Human Papillomaviruses and Cancer: Questions and Answers

National Cancer Institute
U.S. National Institutes of Health
http://www.cancer.gov/cancertopics/
factsheet/Risk/HPV
Reviewed: 06/08/2006

1. What are human papillomaviruses, and how are they transmitted?
Human papillomaviruses (HPV) are a group of more than 100 viruses. They are called papillomaviruses because certain types may cause warts, or papillomas, which are benign (noncancerous) tumors. The HPVs that cause the common warts which grow on hands and feet are different from those that cause growths in the throat or genital area. Some types of HPV are associated with certain types of cancer (1). These are called “high-risk” oncogenic or carcinogenic HPVs.
Of the more than 100 types of HPV, over 30 types can be passed from one person to another through sexual contact. Although HPVs are usually transmitted sexually, doctors cannot say for certain when infection occurred. Most HPV infections occur without any symptoms and go away without any treatment over the course of a few years. However, HPV infection sometimes persists for many years, with or without causing cell abnormalities. 

Pubblicato in Scienceonline

Vaccine Protects Against Virus Linked to Half of All Cervical Cancers

National Cancer Institute
U.S. National Institutes of Health
http://www.cancer.gov/cancertopics/
factsheet/Risk/HPV
Posted: 11/26/2002 Reviewed: 02/08/2005

Key Words: cervical cancer, human papillomavirus (HPV), prevention, vaccine. (Definitions of many terms related to cancer can be found in the Cancer.gov Dictionary.)

An experimental vaccine prevented women from becoming persistently infected with a virus that is associated with half of all cervical cancers, researchers reported in the November 21, 2002, issue of the New England Journal of Medicine (see the journal abstract of the study). 

Pubblicato in Scienceonline
Domenica, 10 Settembre 2006 00:00

Medicine : Cervical Cancer

The National Women’s Health Information Center
U.S. Depertment of Health and Human Services
Office on Women’s Health

Cervical Cancer
June 2006

http://womenshealth.gov/faq/ccervix.htm

What is cervical cancer?
Cancer is a disease in which certain body cells don't function right, divide very fast, and produce too much tissue that forms a tumor. Cervical cancer is cancer in the cervix, the lower, narrow part of the uterus (womb). The uterus is the hollow, pear-shaped organ where a baby grows during a woman's pregnancy. The cervix forms a canal that opens into the vagina (birth canal), which leads to the outside of the body.

Pubblicato in Scienceonline

Articolo pubblicato il 19-04-2006
di Walter Pasini
Direttore centro OMS Medicina del turismo
Numero 27 - Anno 3
19 Aprile 2006

La diarrea del viaggiatore: adesso c'è un vaccino per prevenirla

Il viaggiatore che si reca all’estero, soprattutto in Paesi con standard igienico-sanitari diversi da quello di provenienza, dovrebbe essere consapevole dei rischi di salute che il viaggio può comportare.

Tra questi rischi, quello di contrarre malattie infettive, di diversa gravità, è forse il più importante. La medicina dei viaggi comprende questa ed altre tematiche che, per limiti di spazio, non possono essere trattate in questo articolo.

Selezioneremo dunque un solo argomento, quello che riguarda il numero più grande di viaggiatori. C’è infatti un problema con cui prima o poi la stragrande maggioranza dei viaggiatori si imbatte, un problema generalmente non grave in termini di salute ma comunque in grado di rovinare una vacanza.

Pubblicato in Medicina
Venerdì, 17 Marzo 2006 00:00

Morte per crocefissione

La pena della croce

La pena della crocifissione era diffusa presso molte popolazioni antiche, come gli Assiri e i Persiani, gli Indiani, gli Sciiti, ed è stata portata in occidente da Alessandro Magno. Il primo vero «successo» l'ha conosciuto soprattutto presso i Cartaginesi, ma furono forse i Romani il popolo che ne fece il ricorso più frequente e spietato: in seguito alla rivolta di Spartaco, nel 71 a.C., oltre seimila ribelli furono giustiziati in quel modo.

La crocifissione per legge era riservata agli schiavi, ai prigionieri di guerra e ai rivoltosi, e in quell'occasione fu esercitata con fredda efficienza su tutti coloro che si erano ribellati al potere centrale: chiunque viaggiasse tra Capua e Roma poté vedere per giorni, ai lati della strada, i corpi rimasti sulle croci che venivano straziati dagli animali predatori e dalla forza degli agenti atmosferici.

Radiografia di uno degli esperimenti di Pierre Barbet (1931)

 

Pubblicato in Medicina
Venerdì, 17 Febbraio 2006 00:00

Molluschi di singolari ecosistemi

Da diversi anni i geologi di tutto il mondo compiono studi e ricerche sulla natura dei fondali marini, mentre i biologi si interessano alla composizione faunistica del benthos; ad iniziare dagli anni ’70, per cui piuttosto recentemente, si è creata una sinergia fra i due flussi di ricerca per studiare dei nuovi sorprendenti ecosistemi, le “hydrotermal vents” e le “cold seeps”, molto diversi da quelli finora conosciuti e che possono essere considerati i due più grandi ecosistemi scoperti nel XX secolo.

Questi singolari ambienti sono solitamente situati a grande profondità, generalmente nei pressi delle dorsali oceaniche, e interessano delle aree nelle quali si svolgono fenomeni di vulcanismo attivo. In questi particolari siti si sono sviluppate forme di vita molto diverse da quelle attualmente conosciute e reperibili sui fondali oceanici, infatti dai campionamenti effettuati in queste zone sono emerse una moltitudine di animali sconosciuti alla scienza attuale.

Sono state quindi descritte nuove specie appartenenti ai vari phyla, quali crostacei, anthozoa, molluschi, vermi, echinidi, ecc. La particolarità di questi ambienti risiede nel fatto che essendo soggetti a persistenti episodi di attività vulcanica, evidenziano delle caratteristiche chimico-fisiche diverse da quelle solitamente conosciute per i fondali marini. Per una maggiore comprensione di questi ambienti è necessario dividerli in due tipologie: fondali interessati da emissioni fredde o “cold seeps” e fondali ospitanti sorgenti termali calde o “hydrotermal vents”.

 

Lurifax vitreus Warèn & Bouchet, 2001 – mm 2.0 (H) x 3.3 (D). Tirreno Centrale, coste laziali, 450/600 m. Collezione Smriglio/Mariottini (Rome, Italy).

 

Con il primo appellativo si definiscono quei fondali dai quali si sprigionano emissioni di gas metano, di consistenza più o meno intensa, senza incremento termico dell’acqua che rimane quindi fredda. La disponibilità di questo gas fornisce energia ad una ricca comunità bentonica che include una fauna simbionte chemiosintetica; crostoni carbonatici, come pure gas idrati possono formarsi in queste circostanze (Lykousis et al, 2004).

Pubblicato in Scienze Naturali

Cyclopecten hoskynsi (Forbes, 1844). 13.1 x 12.9 mm. Mar Tirreno Centrale, coste laziali, (41°51'N, 11°28'E, 360 m), biocenosi CB. Collezione Smriglio (Rome, Italy).

 

Con questa nota si prosegue elencazione e la descrizione della fauna malacologia reperita sui fondali del piano batiale, situati al largo del Mar Tirreno Centrale, coste laziali.

Come anticipato nel precedente contributo, la ricerca su questa specifica area geografica è iniziata nel 1987 ed è tutt'ora in svolgimento. L'esame di moltissimi kg di sedimento sabbio fangoso o di porzioni di substrato duro, hanno conseguito il ritrovamento di numerose specie di molluschi, e di un numero elevato di esemplari, fra i quali alcuni viventi, per alcune di queste.

Si continua l'elenco delle specie fornendone i dati più interessanti.

Numerosi individui di Mathildidae Dall, 1889, sono stati separati da sedimenti a forte componente sabbiosa alla quale erano frammisti frammenti di madreporari e rocce; Mathilda cochlaeformis Brugnone,1873, che è risultata essere la specie più abbondante; Mathilda coronata Monterosato,1875 rarissima specie "monterosatiana"; Mathilda barbadensis Dall, 1889, che con la presente nota viene segnalata per la prima volta per le coste laziali, ed in senso generale, conferma la recente segnalazione della specie in Mar Mediterraneo (Rocchini, 2003).

 

Idas ghisottii Waren & Carrozza, 1990. 17 x 5.2 mm. Mar Tirreno Centrale, coste laziali. (41°51'N, 11°28'E, 540/600 m), biocenosi CB, in cavità di legno sommerso. Collezione Smriglio (Rome, Italy).

 

Diverse specie appartenenti ad Architectonicidae Gray J.E., 1840, sono state reperite in sedimenti fortemente fangosi, Discotectonica discus (Philippi,1844) di grandi dimensioni, Pseudomalaxis zancleus zancleus (Philippi,1844) rara specie dalla conchiglia planospirale, Heliacus (Granoheliacus) alleryi (Seguenza G.,1876) reperito con numerosi individui di grande taglia. Numerose specie di bivalvi, sono state trovate nei campioni di sedimenti puramente fangosi, o contenenti una bassissima percentuale sabbiosa: Cyclopecten hoskynsi (Forbes,1844), rarissima specie di pettinide, molto difficile da reperire vivente in Mediterraneo, Delectopecten vitreus (Gmelin,1791) rinvenuta bissata esclusivamente a colonie di Isidella elongata (Esper, 1788), entozoo che forma una sorta di "praterie", caratterizzanti alcune aree dei fondali batiali; Propeamussium fenestratum (Forbes,1844), Palliolum incomparabile (Risso,1826), Pseudamussium (Pseudamussium) septemradiatum (Müller O.F.,1776), presente nei sedimenti solo con singole valve, sicuramente provenienti dalla tanatocenosi wurmiana associata alla stessa biocenosi. Abra (Syndosmya) longicallus (Scacchi,1834) relativamente abbondante, partecipe anche con individui di grande taglia; Idasola simpsoni (Marshall,1900), anch'essa presente con individui di buone dimensioni; Idasola ghisottii Warén & Carrozza,1990 reperita nei sedimenti con valve isolate, ma trovata vivente all'interno di cavità di legni sommersi dragati nella medesima area. Pholadomya loveni Jeffreys,1882, bella specie dai caratteristici sifoni allungati, sempre difficile da reperire vivente a causa della fragilità delle valve; Amygdalum politum (Verrill & Smith,1880) rara specie che si protegge e si ancora al fondo molle, costruendosi un nido "impastando" il sedimento con il proprio bisso. Xylophaga dorsalis (Turton,1819) appartenente ad un gruppo di molluschi bivalvi che perforano il legno penetrandone sempre più profondamente all'interno, con l'incremento della fase di sviluppo. Di questa specie sono stati trovati numerosissimi individui viventi all'interno di legni sommersi.

 

Delectopecten vitreus (Gmelin, 1791). 15.1 x 15.0 mm. Mar Tirreno Centrale, coste laziali. (41°51'N, 11°28'E, 360 m), reperito bissato su Isidella elongata (Esper, 1788). Collezione Smriglio (Rome, Italy).

 

Cetoconcha neaeroides (Seguenza G.,1877) che si pensava estinta, e da pochi anni ripristinata all'attuale malacofauna mediterranea, si è reperita vivente con esemplari adulti e di taglia interessante. Verticordia granulata Sequenza G., 1960 ( sinonimo Haliris berenicensis (Sturany,1896) e Laevicordia gemma (Verrill,1880), due piccole specie di Verticordidae Stoliczka, 1871, anch'esse molto rare da trovare viventi, erano ben rappresentate nel sedimento esaminato. Spondylus (Corallospondylus) gussoni Costa O.G.,1829, ritrovato aderente su porzioni di substrato duro, costituito da rocce e frammenti e colonie di madreporari.

Un'insieme di associazioni notevolmente interessanti, con presenza di molte specie viventi, sempre difficilmente reperibili a causa dell'habitat profondo e della dispersione locale delle stesse, ha caratterizzato l'operazione di sorting del sedimento esaminato, producendo un buon numero di dati sempre poco disponibili, relativamente alle biocenosi a coralli bianchi del Mar Mediterraneo.

 

Ringraziamenti
Ringrazio il Signor Luca Egidi per il sempre tempestivo e cortese aiuto tecnico.



BIBLIOGRAFIA

Melone G. & Taviani M., 1985 - Revisione delle Architectonicidae del Mediterraneo. Lavori della Società Italiana di Malacologia, 21: 149-192.

Peres J.M. e Picard J. 1964. Nouveau manuel de bionomie bentique de la Mer Mediterranee. Rec. Trav. Stn. Mar. d'Endoume, Bull., 31: 1-137.

Rocchini R., 2003 - Prima segnalazione di Mathilda barbadensis Dall, 1889, in Mediterraneo (Heterostropha, Mathildidae). Bollettino Malacologico, Roma; 39 (5-8): 105-106.

Smriglio C., Mariottini P., Gravina F., 1987 - Molluschi del Mar Tirreno Centrale: ritrovamento di Typhlomangelia nivalis (Loven, 1846). Contributo primo. Bollettino Malacologico, 1-4 (23):47-52.

Smriglio C., Mariottini P., Gravina F., 1987 - Molluschi del Mar Tirreno Centrale: segnalazione di alcuni Turridi provenienti da una biocenosi a coralli bianchi. Contributo II. Bollettino Malacologico, 11-12 (23):381-390.

Smriglio C., Mariottini P., Gravina F., 1988 - Molluschi del Mar Tirreno Centrale: ritrovamento di Adeuomphalus ammoniformis G. Seguenza, 1876, Fissurisepta granulosa Jeffreys, 1883 e Propilidium ancyloide (Forbes, 1840). Contributo III. Bollettino Malacologico 1-4 (24): 1-6.

Smriglio C., Mariottini P., Gravina F., 1988 - Molluschi del Mar Tirreno Centrale: segnalazione di Amygdalum luteum (Jeffreys, 1880). Contributo IV. Bollettino Malacologico 5-8 (24): 145-147.

Smriglio C., Mariottini P., Gravina F., 1988 - Molluschi del Mar Tirreno Centrale: segnalazione di Pleurotomella packardi Verrill, 1872. Contributo V. Bollettino Malacologico, 5-8 (24): 148-149.

Smriglio C., Mariottini P., Gravina F., 1990 - New data on Spirolaxis clenchi Jaume & Borro, 1946, from the Mediterranean Sea (Gastropoda Prosobranchia: Architectonicidae). Basteria, Leiden, 54 (4-6): 211-216.

Smriglio C. & Mariottini P., 1990 - Descrizione di una nuova specie di Pectinidae (Rafinesque, 1815) per il Mar Mediterraneo: Cyclopecten brundisiensis n. sp. e considerazioni su alcune specie appartenenti ai generi Cyclopecten (Verrill, 1897) e Propeamussium de Gregorio, 1884. Bollettino Malacologico, 26 (1-4): 1-18.

Smriglio C., Mariottini P., 1996 - Descrizione di una nuova specie di Cystidae Stimpson, 1865 per il Mar Mediterraneo: Granulina gofasi n. sp. La Conchiglia, Roma, 28 (281): 54-56.

Smriglio C., Mariottini P., 1996 - Central Tyrrhenian sea Mollusca: XI. Description of Callostracum tyrrhenicum sp. nov. (Gastropoda, Acteonidae) and remarks on the other Mediterranean species of the family Acteonidae d'Orbigny, 1835. Basteria, Leiden, 60 (4-6): 183.

Smriglio C., Mariottini P., & Giusti F., 1996 - Prima segnalazione di Gregorioscala sarsi (Kobelt, 1903) per il Mar Mediterraneo e ritrovamento di Acirsa cfr. corsicana Nordsieck, 1974 per il Mar Tirreno Settentrionale. La Conchiglia, Roma, 28 (279): 47-49.

Smriglio C., Mariottini P. & Calascibetta S., 1999 - Description of a new species of Conidae Fleming, 1822 from the Mediterranean Sea: Conopleura aliena n. sp. Bollettino Malacologico,

34(1-4): 27-32.

Mariottini P., Smriglio C. & Oliverio M., 2000 - The Ringicula leptocheila complex, with the description of a new species (Opisthobranchia, Ringiculidae). Bollettino Malacologico, 36(5-8): 71-82.

Smriglio C. & Mariottini P., 2000 - Onoba oliverioi n. sp. (Prosobranchia, Rissoidae), a new gastropod from the Mediterranean. Iberus, 18(1): 15-19.

Smriglio C. & Mariottini P., 2002 - Lurifax vitreus Warèn & Bouchet, 2001 (Gastropoda, Orbitestellidae), first report from Mediterranean Sea. Bollettino Malacologico, 38: 45-47.


Autore: Carlo Smriglio
Pubblicato in Scienze Naturali

Granulina gofasi Smriglio & Mariottini,1996. Olotipo. 2.6 x 1.8 mm. Mar Tirreno Centrale, coste laziali. (41°51'N, 11°28'E, 356/600 m). Museo di Zoologia dell'Università di Bologna, cat. n. 11676.

 

Seguendo il modello proposto da Pérès & Picard (1964), la zonazione verticale biologica del Mar Mediterraneo prevede la suddivisione dei fondali in Piani, che sono convenzionalmente considerati come intervalli definiti di profondità. Il fattore principale che influenza maggiormente questa suddivisione è rappresentato dalla presenza o dalla mancanza della luce che consente di risuddividere ulteriormente l'ambiente bentonico in due principali sistemi: il Sistema Fitale (o litorale) composto dai piani Sopralitorale, Mesolitorale, Infralitorale e Circalitorale, e il Sistema Afitale (o profondo) suddiviso nei piani Batiale, Abissale e Adale. In questa nota ci interesseremo del piano batiale che costituisce circa il 90 % dei fondali marini e che arriva fino ad una profondità massima di 3.000 m.

Costituito in prevalenza da fondali fangosi e fango sabbiosi il piano batiale si presenta con una minima parte di consistenza rocciosa; le sue biocenosi sono poco conosciute e relativamente studiate, a causa della difficoltà di raggiungimento delle elevate profondità.

Nel corso di una ricerca iniziata nel 1987 e tutt'ora in corso al largo del Mar Tirreno Centrale, sono stati dragati in varie riprese, oltre 1500 kg di sedimento; tali prelievi sono stati effettuati su dei fondali adiacenti delle biocenosi a coralli bianchi presenti nel batiale, al largo della costa laziale. Infatti su questi fondali, ad una profondità compresa fra 450 e 650 m, prosperano ancora scogliere a Madrepora oculata e, dai frammenti campionati, si presume siano presenti anche piccole colonie di Lophelia prolifera; ma si tratterebbe di episodi isolati, in quanto insediamenti residui di una fauna rigogliosa presente in Mediterraneo durante le epoche glaciali.

Conopleura aliena Smriglio, Mariottini, Calascibetta, 1999. Olotipo. 6.8 x 4.0 mm. Mar Tirreno Centrale, coste laziali. (41°51'N, 11°28'E, 350 m). Museo di Zoologia dell'Università di Bologna, cat. n. 12694.

 

Nei sedimenti campionati sono state rinvenute numerose e interessanti specie di molluschi, fra le quali alcune nuove, in seguito descritte alla scienza.

I numerosi campionamenti effettuati hanno scaturito moltissimo materiale che ha fornito una notevole quantità di specie con un'alta percentuale di esemplari per alcune di queste; ed inoltre ha consentito di individuare un legame, probabilmente trofico, fra le specie reperite e la tipologia di fondale; infatti molte di queste hanno potuto essere collegate al tipo di substrato, molle o duro, in funzione della percentuale di reperimento di individui viventi.

Solo fra i numerosi rami e frammenti di madrepora, si sono potute reperire valve di Acesta excavata (Fabricius J.C.,1779) bellissimo grande Limidae Rafinesque, 1815 di profondità, molto raro in Mediterraneo, a causa della forte regressione del tipo di habitat in cui svolge il proprio ciclo vitale. Alcune Rissoidae Gray, 1847, quali Alvania cimicoides (Forbes,1844), Alvania elegantissima (Monterosato,1875), Alvania subsoluta (Aradas,1847), sono state reperite in gran numero di esemplari privi di parti molli; gli individui viventi sono stati separati esclusivamente da sedimento fangoso frammisto ad una alta componente sabbiosa, per cui sembra logico dedurre che questo tipo di sedimento ne rappresenti l'habitat preferenziale. Lo stesso tipo di sedimento ospitava molte specie di Turridae Swainson, 1840, alcune delle quali complete di parti molli, quali: Microdrillia loprestiana (Calcara,1841) dal caratteristico apice rossiccio, Mangelia serga (Dall,1881), Gymnobela abyssorum (Locard,1897) rappresentata da esemplari di grande taglia per questa specie, Pleurotomella eurybrocha (Dautzenberg & Fischer H.,1896), Pleurotomella gibbera Bouchet & Warén,1980 ex Jeffreys ms., Pleurotomella packardi Verrill,1872, il cui ritrovamento ha rappresentato la prima segnalazione per il Mar Mediterraneo, Conopleura aliena Smriglio, Mariottini, Calascibetta, 1999, un nuovo Turridae dall'insolita morfologia conchigliare, Raphitoma     pseudohystrix Sykes,1906, Teretia teres (Reeve,1844), Taranis laevisculpta Monterosato,1880, Taranis moerchi (Malm,1863). Ancora un Rissoidae, Onoba oliverioi Smriglio & Mariottini, 2000, descritto come nuova specie, ha un habitat specifico, riferito ad un sedimento composto da una alta percentuale sabbiosa; infatti questo tipo di sedimento è stato dragato solo una volta, insieme agli esemplari della stessa specie, che non si è potuta ritrovare negli altri prelievi campionati.

Spirolaxis clenchi Jaume & Borro,1946. Diam. 5.1 mm. Mar Tirreno Centrale, coste laziali, (41°51'N, 11°28'E, 600 m), biocenosi a coralli bianchi. Collezione privata Smriglio-Mariottini (Rome, Italy).

 

Fra i Cystiscidae Stimpson, 1865, i numerosi individui di Granulina Jousseaume, 1888 ritrovati hanno consentito di descrivere una nuova specie, Granulina gofasi Smriglio & Mariottini,1996, dedicata al Dr. Serge Gofas, competente malacologo dell'Università spagnola di Malaga.

Ringicula ciommeii Mariottini, Smriglio & Oliverio, 2000, una nuova singolare specie legata ai fondi molli dell'area in esame, è stata trovata in gran numero di esemplari, di cui alcuni viventi, consentendo una buona caratterizzazione della morfologia conchigliare.

Callostracon tyrrhenicum Smriglio & Mariottini,1996, identificato erroneamente dagli studiosi con un'altra specie extramediterranea, ma invece nuova per la malacofauna mediterranea, ha incrementato il numero delle specie conosciute di Acteonidae, tutte rare e legate esclusivamente ad habitat profondi, tranne una, Acteon tornatilis Linneo, 1758, appunto la più reperibile in acque più superficiali.

Spirolaxis clenchi Jaume & Borro,1946 rarissimo Architectonicidae Gray J.E., 1840, originariamente descritto per le acque di Cuba, dalla caratteristica conchiglia planospirale a giri disgiunti, trovata vivente per la prima volta in assoluto, consentendo così la descrizione dell'opercolo, mai osservato in precedenza. Emarginula bonfittoi Smriglio & Mariottini, 2001, tipica di substrati duri, è stata reperita in un considerevole quantitativo di individui, ed è andata ad accrescere le specie mediterranee attribuite al genere. In chiusura, il ritrovamento di un esemplare freschissimo di Lurifax vitreus Warèn & Bouchet, 2001, legato alle hydrothermal vents e seeps oceaniche, potrebbe suscitare ripensamenti fra gli studiosi e i geologi della morfologia dei fondali mediterranei.

In conclusione, l'elevato numero di specie rare o nuove per la scienza provenienti dallo studio dei fondali profondi del Mar Tirreno Centrale ha permesso di accrescere le conoscenze del piano Batiale, ed in senso generale, del Mar Mediterraneo, ma ulteriori studi saranno attuati per incrementarne una maggiore comprensione.

 

Ringraziamenti
Ringrazio calorosamente il Signor Luca Egidi per il sempre cortese aiuto tecnico.



BIBLIOGRAFIA

Jaume, M. L. & Borro P., 1946 - Novedades en Moluscos marinos Cubanos. Revista de la Sociedad Malacológica "Carlos de la Torre" 4 13-22, pl. 2.

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Smriglio C., Mariottini P., Gravina F., 1987 - Molluschi del Mar Tirreno Centrale: segnalazione di alcuni Turridi provenienti da una biocenosi a coralli bianchi. Contributo II. Bollettino Malacologico, 11-12 (23):381-390.

Smriglio C., Mariottini P., Gravina F., 1988 - Molluschi del Mar Tirreno Centrale: ritrovamento di Adeuomphalus ammoniformis G. Seguenza, 1876, Fissurisepta granulosa Jeffreys, 1883 e Propilidium ancyloide (Forbes, 1840). Contributo III. Bollettino Malacologico 1-4 (24): 1-6.

Smriglio C., Mariottini P., Gravina F., 1988 - Molluschi del Mar Tirreno Centrale: segnalazione di Amygdalum luteum (Jeffreys, 1880). Contributo IV. Bollettino Malacologico 5-8 (24): 145-147.

Smriglio C., Mariottini P., Gravina F., 1988 - Molluschi del Mar Tirreno Centrale: segnalazione di Pleurotomella packardi Verrill, 1872. Contributo V. Bollettino Malacologico, 5-8 (24): 148-149.

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Smriglio C., Mariottini P., 1996 - Descrizione di una nuova specie di Cystidae Stimpson, 1865 per il Mar Mediterraneo: Granulina gofasi n. sp. La Conchiglia, Roma, 28 (281): 54-56.

Smriglio C., Mariottini P., 1996 - Central Tyrrhenian sea Mollusca: XI. Description of Callostracum tyrrhenicum sp. nov. (Gastropoda, Acteonidae) and remarks on the other Mediterranean species of the family Acteonidae d'Orbigny, 1835. Basteria, Leiden, 60 (4-6): 183.

Smriglio C., Mariottini P., & Giusti F., 1996 - Prima segnalazione di Gregorioscala sarsi (Kobelt, 1903) per il Mar Mediterraneo e ritrovamento di Acirsa cfr. corsicana Nordsieck, 1974 per il Mar Tirreno Settentrionale. La Conchiglia, Roma, 28 (279): 47-49.

Smriglio C., Mariottini P. & Calascibetta S., 1999 - Description of a new species of Conidae Fleming, 1822 from the Mediterranean Sea: Conopleura aliena n. sp. Bollettino Malacologico, 34(1-4): 27-32.

Mariottini P., Smriglio C. & Oliverio M., 2000 - The Ringicula leptocheila complex, with the description of a new species (Opisthobranchia, Ringiculidae). Bollettino Malacologico, 36(5-8): 71-82.

Smriglio C. & Mariottini P., 2000 - Onoba oliverioi n. sp. (Prosobranchia, Rissoidae), a new gastropod from the Mediterranean. Iberus, 18(1): 15-19.

Smriglio C. & Mariottini P., 2002 - Lurifax vitreus Warèn & Bouchet, 2001 (Gastropoda, Orbitestellidae), first report from Mediterranean Sea. Bollettino Malacologico, 38: 45-47.


Autore: Carlo Smriglio
Pubblicato in Scienze Naturali

Granulina gubbiolii Smriglio & Mariottini, 1999 – Olotipo, veduta anteriore, 2.4 x 1.7 mm. Stretto di Gibilterra, 300/350 m. Museo di Zoologia dell’Università di Bologna (n. catalogo MZB14001).

 

Il bacino del Mare di Alboran, malacologicamente parlando, rappresenta un tipico esempio di area zoogeografica con esclusive endemicità, causa di particolare distinzione dalle altre aree del Mar Mediterraneo.

Questo bacino, situato nella parte più occidentale del Mediterraneo, è delimitato ad occidente dalla soglia dello stretto di Gibilterra, per un’estensione totale di circa 60 km, e con una profondità massima di circa 286 m., che lo mette in comunicazione con l’adiacente Oceano Atlantico; le sue acque, con una profondità massima di 1500 m, si estendono per una superficie di circa 54.000 km², bagnando percentualmente le linee di costa della Spagna, il settentrione del Marocco e l’Algeria. Al centro di questo mare è posizionata l’Isola di Alboran le cui acque circostanti presentano dei fondali coralligeni di notevole ricchezza, che esibiscono degli singolari endemismi faunistici, fra i quali, unici dal punto di vista malacologico, Coralliophila alboranensis Smriglio & Mariottini 2003, Granulina gubbiolii Smriglio & Mariottini, 1999, Aphanitoma mariottinii Smriglio, Rufini e Martin Peréz, 2001, Coralliophila africana Smriglio & Mariottini, 2001, più altre specie rare, di cui si hanno scarse segnalazioni, come: Acrilloscala lamyi (de Boury, 1909), Epitonium dendrophylliae Bouchet & Warén, 1986, Gymnobela abyssorum (locard, 1897), Gymnobela subaraneosa (Dautzenbergh & Fischer H., 1896), Eudolium bairdii (Verrill & Smith, 1881), Panopaea glycimeris (Von Born, 1778); di quest’ultima specie cosiddetta “ospite freddo”, residuo di epoca glaciale, la diffusione mediterranea, nel senso pieno del termine, dopo il Mare di Alboran, è relegata solo alle coste siciliane, con una popolazione, fra l’altro ancora da verificare se effettivamente Recente, presente nei fondali della zona di Taormina. Questo dato fa intuire quanto possa essere preziosa la popolazione presente nel Mare di Alboran, che testimonia ancora concretamente l’effettiva presenza della specie in Mar Mediterraneo.

 

Coralliophila alboranensis Smriglio & Mariottini, 2003 – paratipo “A”, veduta anteriore, 5.9 x 3.6 mm. Isola di Alboran, 80-150 m. (Collezione P. Mariottini/C. Smriglio, Rome, Italy ).

Le specie discusse reperibili in quest’area sono legate, per alcuni casi, ad habitat specifici; la popolazione dalla quale provengono gli esemplari tipici di Granulina gubbiolii colonizza i fondali batiali dello Stretto di Gibilterra (300/350 m) che costituiscono l’ultima propaggine delle acque del Mar Mediterraneo; Coralliophila alboranensis è legata ai fondi coralligeni circostanti l’Isola di Alboran (80-150 m), ed è, come tutti i rappresentanti della sottofamiglia, sicuramente parassita di un anthozoo ospite, non ancora individuato.

Aphanitoma mariottinii, un Turridae rappresentante di un genere considerato estinto, da poco tempo riabilitato alla malacofauna Recente, è specie anch’essa legata al medesimo ambiente coralligeno (150 m), tuttavia, oltre al locus typicus, si è potuta campionare anche su fondali di zone limitrofe a quest’ultimo, estendendone maggiormente l’areale di distribuzione, che raggiunge anche le coste spagnole atlantiche. Coralliophila africana descritta per le acque al largo della costa West africana (Sierra Leone - 9°28'N, 14°58'W), quindi in Oceano Atlantico, è stata reperita, per un singolo individuo subadulto, nel Mare di Alboran; ma occorrono altri ritrovamenti documentati, per estenderne con sicurezza la distribuzione a questa area geografica, in quanto, è noto che una alta percentuale di specie appartenenti a Coralliophilinae sono dotate di fase larvale planktotrofica, e quindi può capitare che rappresentanti di questa famiglia possano giungere in Mediterraneo, tramite lo Stretto di Gibilterra, veicolate per trasporto passivo dalle correnti oceaniche in entrata. I dati esposti fanno intuire quanto sia malacologicamente importante il bacino del Mare di Alboran, area geografica che convenzionalmente, con la propria fauna, si pone in una fase intermedia fra quella atlantica e quella mediterranea.

Aphanitoma mariottinii Smriglio, Rufini, Martin Perez, 2001 – Olotipo, veduta anteriore,11.3 x 4.4 mm, Mare di Alboran, 150 m. Museo di Zoologia dell'Università di Bologna (n.di catalogo MZB18568).

 

 

Ringraziamenti
Ringrazio tanto il Signor Luca Egidi per il cortese e tempestivo aiuto tecnico



BIBLIOGRAFIA

Bellardi L., 1872-1890 - I Molluschi dei terreni terziari del Piemonte e della Liguria. Voll. 1-6. Mem. R. Acc. Sc. Torino.

Fernandez J., 2000 – Notizia de nuevos táxones para la ciencia en el ámbito íbero-balear y macaronésíco. Graellsia, 56: 119-150.

Smriglio C., Rufini S., Martin Perez J. M., 2001 - Rediscovery of the Genus Aphanitoma (Bellardi, 1875) (Turridae, Neogastropoda) in the Mediterranean Sea, with Description of a New Species: Aphanitoma mariottinii sp. nov., La Conchiglia, 32 (299): 39-43.

Smriglio C., Mariottini P., 1999 - Description of Granulina gubbiolii n. sp. (Neogastropoda, Cystiscidae) from the Mediterranean Sea, La Conchiglia, 31 (292): 35-40.

Smriglio C., Mariottini P., 2001 - Description of two new species of Coralliophilinae from the African Coast: Coralliophila hayesi sp. nov. e C. africana sp. nov., La Conchiglia 33 (301): 19-22.

Smriglio C., Mariottini P., 2003 - Description of Coralliophila alboranensis sp. nov. (Neogastropoda, Muricidae) from the Mediterranean Sea. La Conchiglia, 35 (307): 47-48, 60.

Smriglio C., Spada G., 2003 - New data on Aphanitoma mariottinii Smriglio, Rufini, Martin Perz, 2001 and Aphanitoma locardi (Bavay, 1906) (Turridae, Neogastropoda). La Conchiglia, 35 (309): 35-42.

Trigo J., Rolàn E., 2002 - Nueva cita de Aphanitoma mariottinii (Gastropoda, Turridae) en el Atlantico espanol. Notiziario SEM 38:45.


Autore: Carlo Smriglio
Pubblicato in Scienze Naturali

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