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Metabolismo: scoperto nuovo meccanismo della funzione anti-diabetica e termogenica del tessuto adiposo bruno
06 Apr 2022 Scritto da Università di Roma “Tor Vergata”, Cnr-Ispaam, Cnr-Ift
La ricerca riguarda il tessuto adiposo bruno, che svolge una funzione anti-diabetica e termogenica, “bruciando” grassi, e che è poco attivo in individui obesi e/o affetti da diabete di tipo 2. Lo studio internazionale è coordinato da ricercatori dell’Università di Roma “Tor Vergata”, in collaborazione con colleghi del Consiglio nazionale delle ricerche, e pubblicato oggi su Cell Metabolism (Issue 4, Volume 34)
Il “tessuto adiposo bruno” è presente in grande quantità nel neonato, dove ha un ruolo essenziale nel mantenimento della temperatura corporea. È ricco infatti di “mitocondri”, organelli responsabili della produzione di calore, che viene generato attraverso l’azione di una proteina specializzata chiamata “termogenina”. Tale tessuto perde le sue caratteristiche con l’età, pur mantenendo una residua attività termogenica, che rimane molto importante nel preservare la salute metabolica. Per funzionare, infatti, il tessuto adiposo bruno utilizza le riserve di grassi immagazzinati all’interno degli adipociti o cellule adipose brune, il glucosio e altri lipidi che provengono dal flusso sanguigno, “bruciandoli” all’interno dei mitocondri per produrre calore. La sua attività porta quindi ad una dissipazione energetica e all’abbassamento dei livelli di glucosio e grassi nel sangue.
Cardiopatia ischemica: il ruolo degli ormoni sessuali
04 Apr 2022 Scritto da Università di Roma La Sapienza
Uno studio italiano, a cui partecipano i ricercatori della Sapienza, ha valutato l’impatto dei livelli di testosterone e di estradiolo sull’attivazione delle piastrine del sangue, processo direttamente collegato al rischio di eventi coronarici acuti. I risultati del lavoro, condotto su un campione di oltre 400 pazienti di entrambi i sessi, sono stati pubblicati sulla rivista Journal of Endocrinological Investigation
La prevenzione della cardiopatia ischemica, patologia a carico delle arterie coronariche che portano sangue al cuore, ha fatto passi da gigante negli ultimi decenni, permettendo una notevole riduzione dei tassi di eventi acuti, che vanno dall’infarto alla morte. Tuttavia, l’incidenza mondiale di cardiopatia ischemica è ancora molto elevata.
La malattia colpisce entrambi i sessi, ma spesso con una fisiopatologia, sintomatologia e risposta alle terapie molto diversa: per tale ragione gli attributi biologici sono stati rivendicati come i principali fattori di queste differenze, canalizzando l’attenzione sul possibile ruolo degli ormoni sessuali.
Infezioni virali, lo studio che rivela nuovi bersagli per la terapia Covid-19
31 Mar 2022 Scritto da Università degli studi di Torino
Scoperto un nuovo possibile meccanismo per interferire con i coronavirus umani. È il risultato di uno studio appena pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Antiviral Research. Coordinati dal Professor Marco De Andrea, CEO anche dello spin-off NoToVir, la Dr.ssa Selina Pasquero e gli altri ricercatori del laboratorio di Patogenesi delle Infezioni Virali, Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche dell’Università di Torino, hanno scoperto un nuovo meccanismo associato alla replicazione di SARS-CoV-2 che apre nuove possibilità allo sviluppo di farmaci antivirali.
L’infezione virale
Una delle strategie escogitate dai virus per favorirne la replicazione nelle cellule consiste nel modificare le proteine cellulari dell'ospite, alterando così la loro localizzazione e la loro attività funzionale. Una di queste modifiche, nota per essere associata a malattie di tipo degenerativo, è la citrullinazione. Il processo di citrullinazione è stato descritto, e oggi utilizzato anche a scopo diagnostico, in diverse condizioni infiammatorie, come l'artrite reumatoide, il lupus eritematoso sistemico, il morbo di Alzheimer, la sclerosi multipla, l’aterosclerosi e in diverse forme di cancro. In uno studio pubblicato lo scorso anno, il gruppo del Prof. De Andrea aveva per la prima volta correlato la citrullinazione con le infezioni di virus erpetici a DNA.
Infezione da Covid: cosa avviene nelle nostre cellule
29 Mar 2022 Scritto da Istituto officina dei materiali (Cnr-Iom)Rappresentazione schematica dell’inserzione dei peptiti di fusione della proteina spike in una membrana
Cosa succede quando il coronavirus SARS-CoV-2 infetta le cellule? La risposta arriva da una collaborazione tra l’Istituto officina dei materiali del Cnr, l’Istituto Laue Langevin di Grenoble, l'Università di Cambridge e l'Australian National Deuteration Facility. Nella ricerca, pubblicata in copertina dalla rivista Jacs, si descrive il meccanismo di fusione cellulare
Una ricerca internazionale che ha coinvolto l’Istituto officina dei materiali del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iom), l’Istituto Laue Langevin (ILL) di Grenoble, l'Università di Cambridge e l'Australian National Deuteration Facility, ha rivelato il funzionamento del meccanismo critico di fusione con cui SARS-CoV-2 entra in contatto e infetta le cellule umane. In particolare, SARS-CoV-2, appartiene a una famiglia di virus a RNA conosciuti e chiamati β-coronavirus, che possono causare malattie respiratorie anche gravi e che sono altamente contagiosi.
“Nonostante faccia parte di una famiglia già nota di virus, però, non si era ancora compreso il meccanismo con cui SARS-CoV-2 infetta le cellule umane”, spiega Daniela Russo del Cnr-Iom. “In questo studio, pubblicato in copertina su Jacs, siamo stati in grado di riprodurre alcuni aspetti importanti per studiare il meccanismo di infezione, semplificando il sistema fino ai suoi elementi principali, che possono essere analizzati mediante la spettroscopia di diffusione di neutroni (scattering). Usando le possibilità offerte da questa metodica, si è potuto studiare nel dettaglio le interazioni tra la proteina virale e la membrana cellulare, analizzando gli effetti sulla struttura della membrana e la dinamica a scala molecolare di questa interazione a temperatura ambiente”.
Dopo un anno la nebbia mentale da Covid si dirada ma non sparisce
28 Mar 2022 Scritto da Università degli Studi di Milano
Uno studio del Centro di Ricerca ‘Aldo Ravelli’ dell’Università degli Studi di Milano e dell’Ospedale San Paolo, in collaborazione con l’Istituto Auxologico Italiano IRCCS, ha evidenziato che dopo un anno dal Covid sono ancora presenti disturbi cognitivi. La pubblicazione su European Journal of Neurology.
Una delle conseguenze da COVID-19, riscontrate a medio e lungo termine è quella che viene chiamata “nebbia cognitiva”, una sorta di rallentamento e stanchezza mentale, che colpisce le persone guarite che provano fatica nel fare le azioni del quotidiano come lavorare, guidare la macchina o fare la spesa. Questo il risultato di una ricerca appena pubblicata su European Journal of Neurology.
Lo studio, coordinato da Roberta Ferrucci, ha visto la collaborazione del Centro “Aldo Ravelli” del dipartimento di Scienze della Salute dell’Università degli Studi di Milano, dell’ASST Santi Paolo e Carlo e dell’istituto Auxologico Italiano IRCCS.
COVID-19: scoperta la “tempesta perfetta” che aumenta il rischio di trombosi
28 Mar 2022 Scritto da Università di Roma La Sapienza
Due studi italiani, condotti da un gruppo di ricercatori della Sapienza su pazienti con infezione da Sars Cov-2, identificano un mix di fattori per riconoscere i soggetti a maggior rischio di trombosi e le indicazioni per ottimizzare la terapia anti-coagulante
Nei pazienti COVID-19 una delle principali cause di mortalità è l’elevato rischio di trombosi, che può presentarsi sia nel distretto venoso in forma di trombosi venosa profonda o embolia polmonare, sia in quello arterioso in forma di infarto del miocardio o ictus. Circa il 20% dei pazienti COVID-19 può andare incontro a queste gravi complicanze durante il ricovero.
Purtroppo fino a ora le evidenze disponibili non hanno consentito di identificare con chiarezza i pazienti COVID-19 a rischio di trombosi né le indicazioni alla terapia anticoagulante per la prevenzione del rischio tromboembolico.
Una capsula sensorizzata, autonoma e smart per lo screening di precisione dell'apparato digerente
28 Mar 2022 Scritto da Università di PisaL'Università di Pisa coordina il consorzio che sta lavorando al progetto Europeo Autocapsule, a fine anno i primi prototipi.
Dal 17 al 19 marzo si è riunito a Pisa il consorzio Europeo del progetto Autocapsule, coordinato dall'Università di Pisa nell'ambito del pilastro Excellent Science di Horizon 2020, e che vede come partners l’Università di Leeds, l’Università di Glasgow, IMEC e Quantavis.
Il progetto prevede la progettazione di una capsula sensorizzata, ad alto grado di autonomia, che potrà effettuare uno screening accurato dell’apparato digerente, e contrastare le molteplici malattie che interessano questo tratto.
"Entro fine anno - afferma Giuseppe Iannaccone, professore di elettronica al Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'Università di Pisa e coordinatore del progetto - verranno messi a punto i primi due dispositivi: una capsula impiantabile per il tratto gastrointestinale e una capsula endoscopica pilotata con manipolazione magnetica mediante un braccio robotico esterno.
"La combinazione di dispositivi mobili e impiantabili, di sensori sofisticati e delle tecniche di robotica medica - prosegue Iannaccone - ha potenzialità eccezionali per portare tecniche di diagnostica avanzata dall'ospedale all'ambulatorio, aumentando di gran lunga le capacità di screening".
L’uso problematico dei videogiochi in adolescenza
24 Mar 2022 Scritto da Cnr-Ifc, Unipd, Flinders University
Una ricerca dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr, dell’Università di Padova e della Flinders University ha rivelato come fattori socioeconomici possano influenzare il rischio di gaming problematico negli adolescenti europei. Lo studio riporta che il 20% dei giovani è ad alto rischio e che i ragazzi sono tre volte più esposti rispetto alle coetanee. Danimarca e Romania presentano rispettivamente la percentuale più bassa (12%) e più alta (30%) del fenomeno. L’Italia è al di sopra della media europea con circa il 24%. Positivo il ruolo della famiglia e delle politiche sociali. La ricerca è stata pubblicata su Addiction.
Una ricerca – condotta dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ifc), dal Dipartimento di psicologia dello sviluppo e della socializzazione dell’Università di Padova (Unipd) e dall’australiana Flinders University – ha indagato in quale modo fattori individuali, sociali e contestuali siano associati a un maggiore rischio per gli adolescenti europei di gaming (uso dei videogiochi) problematico, cioè un utilizzo eccessivo dei videogame che possa mettere a repentaglio la salute e favorire l’allontanamento dalla scuola e dagli affetti. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Addiction. La ricerca ha analizzato i dati dello studio European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs (ESPAD) del 2019, relativi ai comportamenti di gaming di 89000 adolescenti tra i 15 e i 16 anni residenti in 30 Paesi europei.
Bambino Gesù: apre vicino al mare il centro di cure palliative pediatriche
23 Mar 2022 Scritto da Ospedale Pediatrico Bambino Gesù
Inaugurato oggi a Passoscuro, nel comune di Fiumicino. È il primo nella Regione Lazio e il più grande in Italia per posti a disposizione. Accolti in questa prima fase alcuni pazienti ucraini fuggiti dalla guerra. Con 20 moduli abitativi già attivati e altri 10 in preparazione apre a Passoscuro, nel comune di Fiumicino, il più grande Centro di Cure Palliative Pediatriche in Italia, realizzato dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.
È la prima struttura di questo tipo nella Regione Lazio, dove si stima che siano circa 1000 i bambini con malattie gravi ad alta complessità assistenziale, che necessitano di cure palliative.
Un edificio di 5 piani immerso nel verde e a pochi passi dal mare, ristrutturato grazie al contributo di piccoli e grandi donatori, tra i quali la Fondazione Angelini, Andreotti & Brusone Philanthropy Fund, la Fondazione Giulio e Giovanna Sacchetti, la duchessa Maria Luisa Magistrati Gaetani D'Aragona. «Si realizza un altro importante passo nell’assistenza ai bambini più fragili» ha affermato la presidente del Bambino Gesù, Mariella Enoc. «Il Centro vuole essere uno spazio di accoglienza, simile a una grande casa, nel qualeaccompagnare i piccoli pazienti o aiutare i loro familiari ad assisterli nel modo migliore. Perché è sempre possibile curare, come dice Papa Francesco, anche quando non è possibile guarire». In questi giorni sono stati accolti nel Centro alcuni dei pazienti ucraini fuggiti dalla guerra con le loro famiglie. Si tratta di 5 bambini con patologie molto gravi tra gli oltre 60 pazienti già presi in carico dall’ospedale.
Efficacia del supporto respiratorio extracorporeo nelle terapie intensive: il confronto tra pazienti Covid e quelli affetti da influenza A H1N1
21 Mar 2022 Scritto da Università degli studi di Torino
Sono stati appena pubblicati sulla rivista scientifica internazionale Critical Care i risultati di uno studio multicentrico nazionale, che ha confrontato la sopravvivenza dei pazienti trattati con supporto respiratorio extracorporeo (ECMO) per insufficienza respiratoria causata da polmonite COVID-19 con quella osservata in un precedente gruppo di pazienti sottoposto ad analogo supporto a causa di Influenza A H1N1.
Lo studio, che è stato coordinato dal professor Vito Fanelli, afferente al gruppo di ricerca della Terapia Intensiva universitaria dell'ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, diretta dal professor Luca Brazzi, ha visto la partecipazione di sette terapie intensive italiane ed ha portato all’arruolamento di oltre 300 pazienti caratterizzati da una compromissione della funzione respiratoria tanto grave da rendere necessario il ricorso alla tecnica ECMO per garantire livelli di ossigenazione necessari alla sopravvivenza. Questo perché purtroppo le attuali terapie non sono sufficienti in alcuni pazienti a supportare la funzione respiratoria, a causa del grave danno polmonare indotto dai virus.